
Il processo minorile in Italia e Adolescence
Il Processo Minorile in Italia a Confronto con il Modello Anglosassone di "Adolescence"
Il trattamento giuridico dei minori autori di reato è uno degli aspetti più delicati e complessi del sistema giudiziario. La recente serie Adolescence, che ha conquistato rapidamente una vasta audience internazionale, offre uno spunto interessante per riflettere su come diversi paesi affrontano il processo penale minorile. In particolare, il modello britannico mostrato nella serie può essere messo a confronto con quello italiano, che si distingue per la sua attenzione alla rieducazione piuttosto che alla punizione.
Indice dei contenuti:
Il dilemma della pericolosità: educazione o punizione
Il Modello Italiano: L'Approccio Educativo e Rieducativo
Il sistema giuridico italiano, in tema di minorenni, si fonda su un principio fondamentale: la rieducazione. Il Decreto del Presidente della Repubblica n. 448/1988, che regola il processo penale minorile, ha come obiettivo non solo quello di punire, ma soprattutto di educare e reintegrare il minore nella società. Questo approccio si distingue nettamente da quello di altri ordinamenti, come quello britannico, che spesso prediligono un trattamento più punitivo.
Il procedimento penale minorile italiano si caratterizza per una serie di garanzie specifiche, che mirano a tutelare la personalità del minore coinvolto. Alcuni degli aspetti principali sono:
- Misure Cautelari: L'approccio italiano prevede che le misure cautelari siano non detentive, a meno che non siano strettamente necessarie. Il minore può essere affidato a una comunità, a una famiglia affidataria o essere posto in custodia domiciliare.
- Processo e Sentenza: Se il minore è accusato di un reato, la procedura si svolge in un tribunale specializzato per i minorenni. Il giudice tiene conto della personalità del giovane imputato e delle sue condizioni sociali e familiari. Le misure alternative alla detenzione, come il percorso di rieducazione o l’affidamento in prova, sono privilegiate.
- Finalità Educativa: La legge italiana considera il minore come un soggetto in formazione, e l'obiettivo principale non è la punizione, ma il suo recupero sociale. Le sentenze, quindi, sono pensate per favorire il reinserimento, spesso con l'ausilio di psicologi, assistenti sociali e educatori.
Il Modello Anglosassone in "Adolescence"
In Adolescence, la trama ruota attorno a Jamie Miller, un ragazzo di 13 anni accusato dell’omicidio di una coetanea. La serie esplora un processo che riflette un sistema giuridico anglosassone più rigido e punitivo rispetto al nostro. La narrazione si concentra sul punto di vista delle forze dell'ordine e della famiglia, mettendo anche in luce come le dinamiche sociali e le pressioni esterne influenzino il comportamento del minore.
In Adolescence il procedimento sembra seguire un modello che non pone al centro la rieducazione del minore, ma piuttosto il suo atto di colpevolezza. Mentre in Italia il minore viene considerato come un soggetto che può essere reintegrato, nel contesto anglosassone della serie il focus è principalmente su un sistema di giustizia che tende ad enfatizzare la responsabilità dell'individuo e la punizione del crimine, tant’è che non sembra esservi alcun intervento da parte degli assistenti sociali e figure rieducative.
In Italia, invece, c’è una forte attenzione al reinserimento del minore nella società, sia attraverso misure alternative alla detenzione che con programmi educativi. Il sistema anglosassone, rappresentato in *Adolescence*, non sembra avere la stessa enfasi sulla riabilitazione, ma piuttosto sulla colpevolezza e sulla separazione del minore dalla società.
La Pericolosità Sociale del Minore di 14 Anni: Un Tema Delicato
Una delle questioni che solleva il confronto tra il sistema giuridico italiano e quello anglosassone riguarda la pericolosità sociale del minore, in particolare nei casi in cui il minore abbia meno di 14 anni. In Italia, l'età di imputabilità è fissata a 14 anni, il che significa che i minori di questa età non siano penalmente responsabili secondo la Legge. Questo aspetto è una delle principali differenze con altri sistemi, come quello britannico, dove la soglia di responsabilità penale è significativamente più bassa.
Nel contesto italiano, la legge stabilisce che i minori di 14 anni non possano essere considerati penalmente responsabili per i reati commessi. Tuttavia, questo non significa che non venga presa in considerazione la pericolosità sociale del minore, qualora emerga durante il processo. In questi casi, il tribunale minorile può adottare misure di protezione e interventi educativi, piuttosto che sanzioni punitive.
Il concetto di pericolosità sociale in Italia è meno rigido rispetto ad altri ordinamenti, come quello anglosassone. Quando si valuta un minore sotto i 14 anni, l'accento è posto sulla sua capacità di evolversi e sul suo bisogno di protezione e riabilitazione, piuttosto che su una visione unidimensionale della sua pericolosità. Questo approccio riflette la convinzione che i minori siano ancora in una fase di sviluppo e che le loro azioni siano fortemente influenzate da fattori esterni, come l'ambiente familiare e sociale.
In sistemi giuridici come quello britannico, la pericolosità sociale di un minore è valutata in modo diverso, e la responsabilità penale può essere riconosciuta anche a minori di 10 anni, sebbene la soglia di imputabilità varii in base al crimine e alla gravità della situazione. In Adolescence, vediamo come il sistema giudiziario britannico consideri la colpevolezza e la pericolosità del minore in modo molto diretto e incentrato sull'atto criminale, piuttosto che sulla capacità di recupero del giovane.
Questo approccio porta con sé dei rischi, in quanto tende a stigmatizzare il minore come potenzialmente "pericoloso", con conseguenze negative per il suo reinserimento sociale. Il sistema, infatti, non sempre fornisce strumenti adeguati per la rieducazione e la gestione del minore, rischiando di perpetuare la sua marginalizzazione.
Il Dilemma della Pericolosità: Educazione o Punizione?
Il concetto di pericolosità sociale del minore si scontra con la finalità educativa prevista dal nostro ordinamento. L'idea che un minore, anche se colpevole di un crimine, possa essere riabilitato e reintegrato nella società è alla base della giustizia minorile italiana. Tuttavia, questo approccio è spesso messo in discussione quando si tratta di reati particolarmente gravi, che possono sollevare preoccupazioni anche nella comunità e nelle istituzioni.
In Italia, la misura cautelare per i minori di 14 anni non prevede il carcere, ma piuttosto l'affidamento in strutture educative o la messa in prova. Le misure repressive sono quindi minimizzate, a favore di un programma che punti al recupero psicologico e sociale del minore. In contrapposizione, il sistema anglosassone tende a concentrarsi più sulla responsabilità penale individuale, con una conseguente maggiore enfasi sulle sanzioni.
La domanda che emerge da questo confronto è se un sistema come quello italiano, che pone al centro la rieducazione, sia davvero in grado di affrontare minori particolarmente pericolosi o se, in alcuni casi, l’adozione di misure più severe potrebbe essere giustificata. La risposta è complessa e dipende da un equilibrio tra le esigenze di protezione della società e il diritto del minore a un trattamento giusto e proporzionato.
Conclusioni: Un Sistema Giusto per il Minore
La serie Adolescence ci costringe a fare i conti con le difficoltà e le contraddizioni che spesso emergono quando si trattano adolescenti coinvolti in crimini gravi. Il sistema giuridico italiano, con la sua attenzione al recupero educativo, offre un’alternativa interessante che potrebbe essere considerata un modello di giustizia riparativa anche per altri paesi.
In definitiva, il confronto con modelli esteri come quello anglosassone ci offre la possibilità di riflettere su come un sistema che guarda più alla rieducazione che alla punizione possa essere più efficace a lungo termine, contribuendo a ridurre la recidiva e promuovendo il benessere della collettività.